venerdì 28 febbraio 2014

OSSERVARSI PER CONOSCERSI (+playlist)

DIO... IL PUNTO D'INCONTRO DEL "TUTTO" (+playlist)

SIAMO DIVINI E IMMORTALI (+playlist)

L'ALCHIMIA INTERIORE (+playlist)

LA QUALITA' DELLA VITA E' NELLA MENTE (+playlist)

L'EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA (+playlist)

IL CAMBIAMENTO DIMENSIONALE (+playlist)

IL PENSIERO E' ENERGIA VIVIFICANTE (+playlist)

LA PREGHIERA (+playlist)

LA TUA CONSAPEVOLEZZA E' UNO SPECCHIO (+playlist)

L'Effetto cerchio d'acqua:il Battito verso l'Eternita' (+playlist)

passa il favore (+playlist)

.Sorridi. (+playlist)

LO SPECCHIO DELLA VITA..STORIA BELLISSIMA!! (+playlist)

Attento ai tuoi pensieri! (+playlist)

TU SEI IL TUO DESTINO (+playlist)

Mahatma Gandhi il 7% (+playlist)

Legge dell'attrazione ... Il segreto .wmv (+playlist)

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Power inside! Il potere è dentro di noi! (+playlist)

CAMBIARE SI PUO'! (psicologia quantistica) (+playlist)

Noi siamo ciò che pensiamo (+playlist)

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Amore e meditazione OSHO (+playlist)

I 7 SPECCHI ESSENI (integrale)

I 7 SPECCHI ESSENI (integrale)

Non lamentarti

Come dentro..così fuori...Ciò che respingi,persiste!Quando l'accetti com...

poesia stupenda

Ascolta il silenzio

Un sogno per domani GVSS (seconda parte - 2)

Un sogno per domani GVSS (seconda parte - 1)

[DIVX-ITA] IL POTERE DELL'UNO (Morgan Freeman).AVI

Il Pianeta Verde - Coline Serrau, 1996 (+playlist)

Lettera a Dio...

"Peaceful Warrior" (La forza del campione) ☆★ 2* tempo

"Peaceful Warrior" (La forza del campione) ☆★ 2* tempo

"Peaceful Warrior" (La forza del campione)☆★ 1* tempo

"Peaceful Warrior" (La forza del campione)☆★ 1* tempo

Salvatore Brizzi - Non c'é nulla la fuori.

Salvatore Brizzi - Il non giudizio (2-2)

Salvatore Brizzi - Il non giudizio (1-2)

Salvatore Brizzi - Alchimia Trasformativa - Nigredo Opera al Nero

Salvatore Brizzi - Alchimia Trasformativa - Non lamentarsi

COME SI ESCE DALLA DUALITA' - Salvatore Brizzi

S. Brizzi - Legge di risonanza

S. Brizzi - Risveglio! L'esercizio Principe.

S. Brizzi - Risveglio! 25 esercizi per il Ricordo di sè.

S.Brizzi - La Sconfitta di Cronos 2/2

S.Brizzi - La Sconfitta di Cronos 1/2

Alchimia svelata 4/4 (Superior)

Alchimia svelata 3/4 (Inferior)

Alchimia svelata 2/4 (Inferior)

Alchimia svelata 1/4 (Inferior)



Ti avverto, chiunque tu sia,
Oh, tu che desideri sondare gli Arcani della Natura,
se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa,
come pretendi di trovare altre meraviglie?
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei-
Oh, uomo conosci te stesso e conoscerai l'Universo e gli Dei.
Oracolo di Delfi

martedì 18 febbraio 2014

Le ali della libertà - Colonna sonora originale inedita composta da Rome...

IL MEDITATORE INNAMORATO


Ho problemi a portare avanti una relazione e nel contempo meditare e andare più in profondità nel mondo interiore.

Quando stai facendo un pellegrinaggio interiore, la stessa energia che si rivolgeva all’esterno si volge verso l’interno, e di colpo ti ritrovi da solo, diventi un’isola. La difficoltà nasce dal fatto che ora sei veramente interessato a essere te stesso, e tutte le relazioni appaiono come legami, dipendenze. Ma questa è una fase transitoria; non farne un atteggiamento permanente. Prima o poi, quando avrai trovato un nuovo equilibrio interiore, la tua energia traboccherà e desidererai nuovamente entrare in relazione.
Quando la mente diventa meditativa per la prima volta, l’amore appare come un vincolo. E in un certo senso è vero, perché una mente che non è meditativa non può amare veramente.
Il suo amore può solo essere falso, illusorio; è più un’infatuazione che amore. Tuttavia non hai nulla con cui fare confronti a meno che non accada l’amore vero; quando inizi a meditare, l’amore illusorio pian piano scompare, si disperde. Per prima cosa, non scoraggiarti. E come seconda cosa, non farne un atteggiamento permanente. Queste sono le due possibilità.

Se ti scoraggi perché la tua vita amorosa sta scomparendo, e cerchi di rimanere attaccato, ciò diventerà una barriera nel tuo viaggio interiore. Accetta questo fatto: ora l’energia sta seguendo un nuovo cammino e per alcuni giorni non sarà a tua disposizione per muoverti verso l’esterno, per essere attivo.


Se qualcuno è un creatore e si mette a meditare, per un certo periodo tutta la creatività scomparirà.
Se sei un pittore, di colpo vedrai che non puoi più dipingere. Puoi continuare a farlo, ma avrai poca energia e poco entusiasmo. Se sei un poeta, la poesia non arriverà più. Se sei una persona innamorata, l’energia scomparirà. Se cerchi di forzarti a entrare in relazione, a essere quello che eri prima, sarà molto pericoloso per te. Stai facendo una cosa contraddittoria: da una parte cerchi di andare dentro e dall’altra cerchi di andare fuori. È come se, guidando la macchina, schiacciassi contemporaneamente il pedale del freno e quello dell’acceleratore. Potrebbe finire in un disastro, perché stai facendo due cose opposte allo stesso tempo.


La meditazione è solo opposta all’amore falso.

Il falso scomparirà, e questa è la condizione fondamentale perché emerga il vero. Il falso deve andarsene, deve lasciarti completamente; solo allora sarai pronto per il reale. Per qualche giorno almeno dimenticati di tutte le relazioni.
La seconda cosa, anch’essa molto pericolosa, è che puoi farne uno stile di vita. È accaduto a molte persone. Vivono nei monasteri – vecchi monaci, persone religiose in modo ortodosso che hanno fatto del non essere mai in una relazione d’amore uno stile di vita. Pensano che l’amore sia opposto alla meditazione, e la meditazione opposta all’amore. Non è così. La meditazione è contro l’amore falso, ma è assolutamente compatibile con l’amore vero.



ARRIVARE A CASA
Quando hai una posizione stabile, quando non puoi andare più lontano dentro di te, quando hai raggiunto il nucleo del tuo essere, le sue fondamenta, allora sei centrato. Improvvisamente hai energia a disposizione, ma non c’è nessun posto dove andare. Il viaggio esteriore si è fermato quando hai iniziato a meditare, e ora anche il viaggio interiore è completo. Sei sistemato, sei arrivato a casa.

L’energia inizierà a traboccare. Ma sarà un movimento di tipo completamente diverso, di una qualità molto differente: non avrà alcuna motivazione. Prima ti avvicinavi a qualcuno con una motivazione, adesso non ce ne sarà alcuna. Ti muovi semplicemente perché hai troppo da condividere.

Prima ti muovevi come un mendicante, ora sei un imperatore. Non è che cerchi la felicità presso qualcuno – la possiedi già. Ora la tua gioia è troppa; la nuvola è così colma di pioggia che vorrebbe iniziare a donarla. Il fiore è così colmo che vorrebbe che la sua fragranza cavalcasse i venti e arrivasse fino alla fine del mondo. È una condivisione.


È nato un nuovo tipo di relazione. Chiamarlo relazione non è esatto perché non è più una relazione, ma uno stato dell’essere. Non ami, sei amore.
Non scoraggiarti e non farne uno stile di vita; è solo una fase passeggera. La rinuncia è una fase passeggera – il fine della vita è la celebrazione, la rinuncia è solo un mezzo. Ci sono momenti in cui devi rinunciare, proprio come quando sei malato e il dottore ti consiglia di digiunare. Il digiuno non deve diventare uno stile di vita. Rinuncia al cibo, ma quando stai di nuovo bene goditelo di nuovo – e troverai in esso molta più gioia di prima. Non fare del digiuno tutta la tua vita. Era una fase transitoria, ma necessaria, va bene?

Resta per un po’ a digiuno di relazioni e d’amore, e vedrai che presto sarai capace di muoverti di nuovo, di traboccare, e di farlo senza motivazioni. Allora l’amore è bellissimo.

Osho Above All, Don’t Wobble

IL NON GIUDIZIO DI SALVATORE BRIZZI


Vi ricordo che giudichiamo gli altri solo perchè non sopportiamo innanzitutto delle parti di noi (Legge dello Specchio). E' indispensabile che impariamo a osservare noi stessi con amore se vogliamo sottrarci al circolo vizioso del giudizio.
- Domanda: Io non riesco a non giudicare, è più forte di me. A volte penso che non diverrò mai un'illuminata perchè mi arrabbio di continuo e sento la competitività molto forte dentro me stessa.
- Risposta: Non si tratta di non giudicare. Non ho mai detto di non giudicare, l'Esoterismo non dice questo. Ho detto che dobbiamo osservarci fino a identificarci con quell'ente che non giudica mai: l'anima. E' molto diverso. Se io provo a non giudicare qualcuno che mi ha truffato, per farlo sono costretto a reprimermi, e questo mi danneggia. Posso invece richiamare tutte le mie energie per essere presente mentre la mia personalità giudica, rubandole così un pò di energia che poi io utilizzo per la costruzione dell'anima, ossia per la costruzione di me stesso.
Noi abbiamo solitamente un'idea alquanto falsata e stereotipata dei cosiddetti "illuminati", o "maestri". Ad esempio siamo convinti che non si arrabbino mai, che vivano tutto il giorno ostentando un sorriso ebete sulla faccia. Non è vero: una persona risvegliata è presente mentre si arrabbia, ma non reprime la sua rabbia. Si arrabbia, come è giusto che sia, ma poi non porta rancore, tutto comincia e finisce lì, perchè vive nel qui-e-ora. Non entra nell'immaginazione negativa per ore e ore e non si sente male dopo aver espresso la sua emozione. Si vede bello anche mentre si arrabbia, perchè ormai si è accettato totalmente, senza riserve e senza limiti morali.

SALVATORE BRIZZI

LO PSICOLOGO VERTICALE: Il contadino e l'asino

LO PSICOLOGO VERTICALE: Il contadino e l'asino: Un giorno l'asino di un contadino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma non poteva più uscire. Il povero animale continuò a...

Sii Consapevole

INTENSIVO DI ILLUMINAZIONE - immagini e parole - bellissimo

Stare nella Presenza

domenica 16 febbraio 2014

Salvatore Brizzi - Non c'é nulla la fuori.

Liberarsi dalla sofferenza: lasciar andare il passato

Tutto è dentro di noi

PAROLE DI LUCE E DI AMORE ❤


Pourquoi le « lâcher prise » attire la chance ?

Je suis heureuse de vous retrouver pour ce nouvel article qui me tient particulièrement à coeur.
 Clé du bonheur 209x300 Pourquoi le lâcher prise attire la chance ?

Le détachement et le lâcher prise, contrairement à ce qu’ils évoquent, semblent très difficiles à mettre en oeuvre dans nos vies. Pourtant, nous le savons, nous en avons l’intuition, et nous l’avons aussi constaté, il s’agit des clés qui ouvrent les portes du bonheur et de la chance

Pourquoi repousse-t-on ce qu’on désire le plus ?

Pendant longtemps, j’ai cru que la vie voulait m’emmener dans une direction que je ne désirais pas. Elle me fermait les portes à ce que je voulais le plus et m’ouvrait en grand ce que je ne voulais pas !
Pourquoi j’obtenais facilement ce que je ne désirais pas ?
Justement parce que je ne le désirais pas !!! Je m’en fichais de l’avoir ou non.
Par exemple, j’ai toujours trouvé du travail facilement. Je commençais mes recherches d’emploi, j’envoyais un seul CV, je passais un seul entretien et j’avais la place. Pourquoi ? Parce que je m’en contrefichais !!! En général, il s’agissait d’un emploi d’assistante de Direction, et comme ce n’est pas ce que je souhaite faire dans la vie, je me disais : « Si je l’ai tant mieux, si je ne l’ai pas tant mieux !!! » et je continuais à vivre en oubliant même que j’avais eu un entretien ! Et bien sûr, on m’appelait en me disant que c’était ma candidature qui avait été retenue !
Parfois, j’en ai pleuré. Je levais les yeux au ciel et je disais : « Mais pourquoi ce truc se fait aussi facilement alors que je meurs de ne pas avoir ce que je souhaite vraiment ?? »
Mais retenez ceci :
priere01 150x150 Pourquoi le lâcher prise attire la chance ?
Prier
On a beau prier,  se battre comme un(e) lion(ne), faire tout ce qui est en notre pouvoir pour avoir ce que l’on désire, mais sans résultat. On peux se prendre la tête pendant des années et essayer mille solutions, rien ne marchera.


Il n’y a qu’une seule chose à faire :  Arrêter tout combat !
 
Lâcher prise !
J’ai aimé un homme. Je l’ai voulu si fort, plus que tout. J’ai tellement souffert pour lui. Je l’ai tellement aimé. Vous voyez ce qui cloche ? Le mot « Tellement ». Je crois que j’ai tout fait pour lui, pour qu’il m’aime… Mais une chose très particulière se produisait : Avez-vous déjà vu un aimant qui repousse un autre aimant ? C’est ce qui se passait avec lui. Au lieu de l’attirer, je le repoussais.
Et bien, il en va de même avec tous les objets de notre désir…
Tout ce que je veux plus que tout, je ne l’aurais jamais tant que je le voudrais autant.

Ce que la vie nous enseigne…

Je sais ce que vous vous dites : Les lois de la vie sont cruelles ! Car, à quoi cela sert-il d’avoir quelque chose ou quelqu’un quand on ne le désire plus ? 
Faut-il ne plus le désirer ?
Deux exemples personnels pour bien comprendre :
- Il m’est arrivé de vouloir plus que tout l’approbation d’une personne proche et de passer par toutes les émotions, la colère, la tristesse, etc …car cette personne restait sourde à mes signaux. Puis, je m’en suis détachée, petit à petit, j’ai accepté cette personne telle qu’elle était, j’ai travaillé sur moi et donc j’ai repris confiance en moi. De fil en aiguille, je ne désirais plus rien de cette personne, mais je l’aimais toujours et je l’accueillais toujours. Et puis, un jour, sans que je m’y attende, de la manière la plus surprenante, cette personne m’a écoutée et j’ai lu son admiration pour moi  dans son regard. C’était bizarre, car bien sûr cela m’a fait plaisir, mais j’ai senti que cela m’était égal à présent, que si elle ne l’avait pas fait, j’aurais eu autant de plaisir. Je suis devenue indifférente à son approbation.
- Il m’est arrivé de désirer une robe magnifique que j’avais vue dans une vitrine. Mais je suis repartie triste car je ne pouvais pas me la payer. Et puis, je l’ai vue sur une autre fille. J’étais encore plus triste et jalouse avec ça.
Ensuite, j’ai totalement oublié cette robe. C’est alors que, quelques mois plus tard, je l’ai trouvée dans un magasin, soldée à…..moins 70% !!! Pensez-vous que je l’ai achetée ? OUI !!! mais j’ai hésité… car bizarrement je ne l’aimais plus autant. La robe n’avait pas changée, mais mon regard si.
En réalité, la vie nous enseigne quelque chose de très important. Nous voulons à tout prix comprendre et contrôler les situations et les personnes. Nous confondons maîtriser notre vie et la contrôler. Nous pensons avoir raison et la vie nous enseigne que nous avons tord. Elle nous enseigne qu’il s’agit d’une vision réduite, d’un point de vue, d’une croyance, et non de la vérité.
La vie nous enseigne que la vérité, le bonheur, et tout ce que nous désirons, est beaucoup plus simple, plus léger, plus amusant à obtenir que ce que nous forçons à avoir.lévitation 150x150 Pourquoi le lâcher prise attire la chance ? 
Donc bonne nouvelle : Nous pouvons continuer à désirer ce que nous voulons mais  en toute légèreté, puis l’oublier. Nous ne devons plus nous soucier du « comment » ni du « quand » ça va nous arriver.
Le vrai lâcher prise
Le vrai détachement, le vrai lâcher prise, ce n’est pas la résignation. Le vrai lâcher prise, c’est continuer à être heureux de vivre même si nous n’avons pas ce que nous désirons. Le vrai lâcher prise c’est prendre plaisir à ma vie telle qu’elle est maintenant. Le vrai lâcher prise c’est faire confiance à la vie, c’est savoir que tout va s’arranger et c’est se foutre totalement  du résultat. Je sais, je sais, ce n’est pas facile…mais c’est désirer quelque chose et ne plus s’en inquiéter et continuer sa vie en étant heureux.
Lâcher prise c’est laisser les commandes à plus haut et plus fort que nous.
C’est dire : « Ok, j’admets que je ne sais pas faire ». « Ok, Dieu, je te laisse les rênes de ma vie ».

Les résistances

Alors, pourquoi alors est-ce si difficile ? Alors, que nous nous décidons à lâcher prise, une armada de défenses va se mettre en place :
l’ennui
l’auto destruction : je suis nul(le), je n’ai pas réussi, etc…
la résignation
la tristesse
l’inquiétude
la déception
la colère
 monsieur inquiet Pourquoi le lâcher prise attire la chance ?
C’est encore notre égo, notre intrus qui nous joue des tours !  (voir mon article L’intrus). Notre mental nous sort alors toute la batterie de résistances pour nous déstabiliser et nous faire renoncer à lâcher prise. Car pour le mental, lâcher prise revient à abandonner, donc à mourir.
Mais lâcher prise ne veut pas dire arrêter de faire ce que l’on fait. Ni arrêter d’aller vers ses objectifs.
Lâcher prise, c’est modifier l’enjeu.
C’est prendre du plaisir à faire ce que l’on fait maintenant, sans attendre de résultat.

Pourquoi « lâcher prise » attire la chance ?

Trèfle 4 feuilles Pourquoi le lâcher prise attire la chance ?Parce que la vie ne souhaite qu’une chose : nous apporter ce qu’on désire le plus.
Mais nous l’en empêchons ! Nous nous faisons souffrir inutilement.
Pensez-vous que si on vous force à faire quelque chose, vous allez dire ok ? Personne n’a envie d’être forcé. La vie non plus. Elle sait ce qu’on désire mais veut le faire à sa manière !
J’ai souvent perdu ce bonheur de vivre maintenant. J’ai souvent espéré, attendu, désiré, forcé les choses. « Quand j’aurais de l’argent, je commencerais à faire ceci ou cela » ; « quand je serais heureuse en amour je pourrais me consacrer à… » quand, quand, quand …. ou encore : « Si telle personne fait ceci, je serais le /la plus heureux (se)…. » etc…
Perdre à ce point le bonheur de danser avec la vie, le bonheur de vivre maintenant et on est totalement sorti du chemin. La vie est là, ici et maintenant.
Un indicateur précieux : Si vous perdez le plaisir de faire ce que vous êtes entrain de faire, si lalégèreté et la joie de vivre font place à  la lourdeur, l’inquiétude et l’angoisse, vous n’êtes plus dansl’acceptation et le détachement. Il est temps de vous poser, de vous questionner, de revoir vos enjeux et de vous recentrer sur ce que vous vivez maintenant. Il est temps d’aller vous amuser, de penser à autre chose, d’aller danser ou faire un bon jogging !
danser la vie 293x300 Pourquoi le lâcher prise attire la chance ?
Il est temps d’oublier votre problème et de le confier à l’Univers. 

Petite info supplémentaire : Le Lâcher prise et le détachement ne sont pas incompatibles avec mon article précédent. On peut suivre ses rêves, avoir un but, un objectif, une vision de la vie, on peut agir en ce sens, et lâcher prise tout à la fois.
Car, quand je dis que je n’ai jamais « lâché », il faut comprendre « abandonné ». Abandonner c’est ne plus y croire. C’est ne plus croire en soi et en la vie. Alors que lâcher prise, c’est tout le contraire :C’est croire en soifaire confiance à la vie, savoir que tout va s’arranger mais ne pas tout le temps penser à l’enjeu final. C’est se concentrer sur le pas qu’on fait maintenant.
La chance vient à nous quand nous avons l’attitude adéquate pour l’attirer :
Détachement, acceptation, amusement !
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sabato 15 febbraio 2014

La mente mente, Il mondo che ho visto finora non è la realtà, ma è quello che la mia mente mi ha fatto vedere. La mente è condizionata da quello che ha appreso e seleziona fra tutti i segnali esterni quelli che meglio si adattano alla sua concezione del mondo. In effetti la mente mente…La visione di Castaneda


Le ultime ricerche volte a scoprire la natura delle particelle elementaricostituenti la materia hanno appurato che i più piccoli componenti sinora percepiti sono dei «quanti» vibrazionali. Piccole «vibrazioni» di energia. L’intuizione di Einstein, ossia che la materia è in realtà una manifestazione di energia, è pienamente dimostrata. Tutto ciò è però ormai risaputo, quello che molti non conoscono, tuttavia, è che qualcuno affermava la stessa cosa già molti anni fa, forse addirittura millenni… Non è facile riunire a riassumere in poche righe la visione dell’universo degli sciamani dell’antico Messico, rivelata al mondo dall’incredibile opera di Carlos Castaneda. Mi rendo conto che il tutto potrà apparire eccessivamente «alieno» rispetto a qualsivoglia visione dell’universo. Per questo motivo comprendo perché Carlos Castaneda, nel discorso introduttivo ad una conferenza, esortò il pubblico a sospendere per un attimo il giudizio, e a provare anche solo con la fantasia, a pensare a cosa sarebbe cambiato in ciascuno di loro se quanto detto fosse stato vero. Nei primi anni ‘60, il giovane studente di antropologia si recò in Messico per effettuare una ricerca universitaria sull’uso di piante allucinogene nelle pratiche rituali sciamaniche. Erano gli anni di Timothy Leary, il «profeta» dell’acido lisergico. Il «caso» volle che il giovane Castaneda si imbattesse proprio in uno dei depositari di una tradizione antichissima, tramandata da secoli. Lo sciamano, che assunse il nome di Juan Matus, utilizzando una facoltà extrasensoriale sviluppata durante tutta la sua vita, «vide» in Castaneda un essere dalla configurazione energetica tale da poter diventare il depositario della tradizione. E da quel famoso incontro in una stazione degli autobus in Messico ebbe inizio l’esperienza castanediana.
La visione del mondo da parte degli sciamani del retaggio di Don Juan Matus era fondata non su presupposti ideologici di qualche tipo, ma sullapercezione e sperimentazione diretta di quanto descritto. L’universo è energia, un flusso ininterrotto di energia. Non ha mai avuto inizio, ma è passato, sta passando adesso, e passerà. La teoria secondo la quale l’universo ha avuto inizio, si espande per poi contrarsi nuovamente, ubbidisce alla sintassi umana comune, per cui un uomo nasce, vive per poi invecchiare e morire. Ma non è l’unica sintassi possibile. La fonte da cui tutto emana è un essere, ma per quanto infinito ed incommensurabile, non è pienamenteautocosciente di sé, si evolve. Gli esseri viventi evolvono la loro coscienzaed esperienza vivendo e accumulando ricordi. La fonte si evolve assimilando in sé i ricordi e le esperienze di ogni essere vivente, all’atto della morte. La fonte viene percepita come un mare di fibre luminose ed energia, ed è infinita in ogni direzione (chiamato «oscuro mare della consapevolezza»). Ogni fibra luminosa è un ricordo, un attimo, una piccola percezione. Dalla fonte emanano continuamente delle piccole bolle, contenenti al loro interno una porzione di fibre luminose e di energia. Un nuovo essere è nato. Vivendo, ogni essere converte la parte di energia in fibre luminose, costruendo così nuovi ricordi. Quando un essere muore, la bolla si rompe, e le fibre luminose del suo essere ritornano alla fonte, disperdendosi come una goccia d’acqua nel mare. In questo modo la fonte si evolve, raggiungendo livelli di consapevolezza praticamente divini, ma in continuo divenire. La fonte veniva chiamata anche Aquila, dagli sciamani, perché a volte veniva percepita come un’entità titanica, con un punto molto più luminoso, in cui veniva «consumata» la coscienza di un essere vivente durante la morte. A loro ricordava il becco dell’aquila.
Come avviene la percezione? Dalla fonte non emanano solo le uova luminose, ma anche delle grosse fasce di energia. Dei flussi di energia che si estendono ovunque, in ogni direzione. All’interno delle uova luminose c’è un punto che risplende maggiormente, e si trova più o meno nella stessa posizione in tutti gli esseri umani, una trentina di centimetri alle spalle della scapola destra, circa quindici gradi più in alto. In quel punto si «assembla» la percezione del mondo. Per questo veniva chiamato «punto di unione» o «punto di assemblaggio». La percezione si ha quando il punto di unione allinea le fibre luminose delle grandi fasce di emanazione dell’Aquila. In quel punto particolare, l’energia si traduce in fibre luminose, facendo sì che nascano i ricordi di un essere umano. Il punto di unione è solitamente reso fisso dalla consuetudine, perché nessuno ci ha mai insegnato a spostarlo. E nessuno ci ha mai insegnato perché spostarlo. Un movimento del punto di unione «allinea» nuove fibre di energia, e si percepiscono cose differenti. Di solito eventi traumatici sbalzano il punto di unione in una nuova posizione, per qualche tempo. In questo modo i nuovi ricordi appena creati vengono «immagazzinati» in una posizione non consueta, per cui quando il punto di unione ritorna al posto originale, dimentichiamo quanto accaduto. È questo il motivo per cui tendiamo a non ricordare gli eventi tragici e improvvisi. Le donne lo sperimentano all’atto del parto. Durante il parto, il punto di unione viene spostato inconsciamente a causa del dolore e della tensione. Sono momenti molto «forti», ma dopo qualche giorno la madre tende a dimenticare quanto ha vissuto, per poi ricordarsene al parto successivo. Questo è anche il motivo per cui nessuno di noi ricorda la maggior parte dei sogni avuti durante la notte. Durante i sogni il punto di unione si sposta, creando percezioni e ricordi in posizioni inconsuete, troppo lontane dalla nostra soglia di coscienza durante la veglia. Uno spostamento laterale e profondo del punto di unione porterà all’allineamento di mondi differenti, ma pur sempre umani (è quanto accade durante la maggior parte dei sogni comuni). Uno spostamento del punto di unione verso il basso, all’interno dell’uovo luminoso, può allineare modi di percepire non umani. Gli sciamani in grado di operare consapevolmente questo tipo di spostamento venivano chiamati «diableros». È proprio questo uno dei punti fondamentali. Tutto ciò che percepiamo è in qualche modo realema al contempo non è la realtà. La realtà (in qualche modo è emersa in Matrix, anche se in forma distorta) è che tutti noi siamo delle bolle luminose «agganciate» a delle fasce di emanazione. Tutti gli esseri quindi (a parte la differenziazione tra organici e inorganici, che vedremo dopo) si differenziano non tanto per la dimensione dell’uovo luminoso, ma per la posizione del loro punto di unione. È questo il principio utilizzato da quegli sciamani in grado di assumere la forma di corvo, puma, orso. I diableros. Quando qualcuno di noi ha ricordi di altre vite, sta semplicemente allineando il suo punto di unione con parte di quelle fibre luminose che hanno composto il suo «bozzolo» all’atto della nascita.
Gli sciamani distinguevano inoltre tra nagual e tonal. Il tonal rappresenta tutto ciò che costituisce il mondo ordinario degli uomini, e comprende le posizioni del punto di unione in cui si è ancora umani. Il nagual comprende tutto ciò che va al di là della dimensione umana della percezione. Una parte della percezione del nagual è raggiungibile attraverso una dura disciplina di controllo interiore ed eliminazione della mente egoica (considerata dagli sciamani una sorta di installazione estranea). La maggior parte del nagual non può essere conosciuta, né tantomeno intuita, essendo preclusa agli esseri umani. La visione di Castaneda è dunque assolutamente pessimistica? Messa in questo modo sembra non esserci scampo, si nasce, si vive, si muore, ed è finito tutto… In effetti è proprio così per la stragrande maggioranza della gente. Ma c’è un’alternativa. Noi non siamo solo i nostri ricordi, ognuno di noi, per il solo fatto di essere vivo, ha ancora in sé una parte dell’energia creatrice non ancora convertita in «cibo per l’aquila». Una delle tecniche descritte da Castaneda è la «ricapitolazione». In parole povere, si tratta di ripercorrere con la mente tutti gli attimi della propria vita, ricordandoli nei minimi dettagli. Ci vogliono anni per ricapitolare tutta la propria esistenza. Si comincia col fare un elenco di tutte le persone conosciute durante la vita, e poi una ad una le si passa in rassegna, cercando di ricordare col maggior dettaglio possibile tutti gli eventi vissuti. Questa tecnica veniva eseguita con una particolare forma di respirazione, che non sto qui a descrivere. Il punto è un altro. Il riesame di tutta la propria vita ha lo scopo di farci capire quale sia la nostra sintassi comportamentale, e soprattutto di farci accorgere di cosa ci sia dietro: il nostro ego, la nostra «forma umana». L’eliminazione dell’ego non blocca il processo di fabbricazione dei ricordi, ma qualcosa cambia. Non viene più utilizzata la stessa quantità di energia. I ricordi ci sono ugualmente, ma non più i «miei» ricordi, perché non c’è più un «io, me, mi». Sono dei ricordi e basta, e se fossero i ricordi di qualcun’altro non farebbe alcuna differenza. In questo modo, l’essere si spersonalizza. Non muore, o almeno vive molto più a lungo, ma non è più come prima. Vi è mai capitato di fare dei sogni lunghissimi per poi accorgervi di aver dormito solo pochi minuti? Esistono posizioni del punto di unione in cui il tempo scorre in modo differente rispetto al mondo «ordinario». Avendo padronanza dello spostamento del punto di unione («arte di sognare») e del suo mantenimento in una determinata posizione («arte dell’agguato»), si può allineare un nuovo mondo, ed esserci dentro in «carne ed ossa». Così facendo si potrebbe allungare la propria vita in modo indefinito. In molti libri di Castaneda si fa menzione di uno sciamano particolarmente abile in quest’arte, chiamato «lo sfidante della morte», il quale era riuscito a trasformare il suo essere in modo tale da essere in giro da centinaia (se non migliaia) di anni. Un’altra cosa emerge da questa visione della vita. Se dopo la morte non c’è niente, ogni istante della nostra vita, ogni nostra azione, anche la più stupida e frivola, assume una grande importanza. E questo si ricollega con gli insegnamenti di Gurdjieff, sulla necessità di essere «svegli» e presenti in ogni nostro gesto.
In questa breve esposizione ho cercato di delineare per sommi capi molti concetti assai complessi, e devo dire che temo di dare una visione distorta di qualcosa di molto reale e importante. Nella mia vita ho cercato di procedere sulle orme di Castaneda, e ho fatto mie molte sue esperienze. Le esperienze nei sogni, con gli esseri inorganici [...], con la percezione, le ho avute personalmente. Non ho acquisito la facoltà di percepire direttamente l’energia così come fluisce nell’universo, ma questo non significa che non sia possibile. Per tutti coloro che volessero approfondire l’argomento, invito a leggere tutti i libri di Castaneda [...]. Castaneda ha impiegato una vita a ricordare tutti gli insegnamenti appresi da Don Juan, proprio perché venivano impartiti mentre il suo punto di unione era spostato su posizioni inconsuete (leggendo tutti i libri e tentando di costruire una sequenza cronologica degli avvenimenti, è evidente che non potevano essere stati vissuti in quell’arco di tempo). Leggendo i suoi ultimi libri (ad esempio Il lato attivo dell’infinito) ci si trova davanti ad un Castaneda molto più consapevole e maturo che non nei primi libri (ad esempio A scuola dallo stregone). Il rischio è di trovarsi ad affrontare un discorso già molto complesso.

Lo Sfidante (integrale)

martedì 11 febbraio 2014

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